Successioni transfrontaliere in Europa

22 Febbraio 2022

Con il trascorrere dei decenni (e delle generazioni) ha preso piede un modello di vita personale e professionale dove lo spostarsi di nazione in nazione tende a essere più comune. Se si aggiunge l’accorciamento delle distanze fra paesi europei – sia per ovvi motivi di avanzamento tecnologico nei trasporti, sia per i cambiamenti nel contesto politico e culturale – è naturale comprendere le ragioni per cui una percentuale sempre maggiore di persone ha speso e spenderà la sua vita fra nazioni diverse.

Attualmente le successioni transfrontaliere riguardano ogni anno mezzo milione di famiglie, soprattutto in situazioni simili a quelle descritte sopra in cui è sempre più frequente occuparsi di eredità che comprendono legislazioni da varie nazioni.

Ecco perché una nuova legislazione europea semplifica l’eredità transfrontaliera indicando con chiarezza il tribunale europeo che avrà una competenza giurisdizionale e quale legge sarà applicata, rimediando a un problema che con le norme nazionali rendeva la successione una questione piuttosto complicata e intricata.

Con lo spunto dato dalla guida preparata dalla Commissione europea (file scaricabile in PDF a disposizione dei cittadini), che organizza le informazioni principali in maniera molto leggibile, riassumiamo i punti salienti del regolamento.

In sostanza, possiamo riassumere tutto in 5 punti.

1. i giudici competenti saranno quelli del paese dell’Unione Europea in cui la persona aveva la residenza abituale al momento della morte

2. la legge applicabile sarà la legge di quel paese

3. In ogni caso, la persona può scegliere di applicare alla sua eredità la legge del paese in cui ha la cittadinanza (può essere un paese della UE o un altro paese)

4. Tutte le decisioni pronunciate in un paese UE che riguardano l’eredità saranno automaticamente riconosciute negli altri paesi UE

5. Il certificato successorio, sorta di carta d’identità per le questioni testamentarie, permetterà di dimostrare negli altri paesi UE la propria posizione di eredi, legatari, esecutori testamentari o amministratori dell’eredità

Queste materie restano sempre disciplinate dal diritto nazionale:

  • – chi ha diritto all’eredità (da noi, i cosiddetti legittimari) e quale quota del patrimonio va ai figli e al coniuge (la quota di legittima)
  • – diritto di proprietà e diritto di famiglia
  • – questioni fiscali 
  • – Regno Unito
  • – Irlanda
  • – Danimarca

Tuttavia, se siete cittadini britannici, irlandesi o danesi e vivete in altri paesi UE, potete usufruire delle nuove norme.

In sostanza, le nuove norme rendono l’eredità più chiara da risolvere, con una scelta maggiore e più libera, e vantaggi dal punto di vista della semplicità di gestione e della convenienza.

Cosa succede quando una successione coinvolge più di una nazione europea, e le loro differenze normative riguardo alle «eredità»?

Le complicazioni possono essere molte: e non è questione da poco, se pensiamo che ogni anno 450 mila famiglie sono coinvolte in una successione internazionale – e circa 120 bilioni di euro. Numeri importanti.

Dal 17 agosto 2015, un nuovo strumento viene in aiuto di chi deve gestire queste situazioni: è il regolamento dell’Unione europea (Regolamento (UE) 650/2012) «relativo alla competenza, alla legge applicabile, al riconoscimento e all’esecuzione degli atti pubblici in materia di successioni e alla creazione di un certificato successorio europeo».

In sintesi, questo regolamento individua la residenza abituale come criterio per risolvere il problema della legge applicabile quando scompare una persona che ha vissuto in nazioni diverse: per residenza abituale s’intende lo stato dove una persona ha vissuto con «durata» e «regolarità», anche nell’ottica delle «condizioni» e delle «ragioni» del soggiorno. Nei casi più complicati, se una persona si è spostata molto, questo tipo di valutazione potrebbe per esempio individuare nella nazione di origine il luogo dove «è situato il centro degli interessi della sua famiglia e della sua vita sociale», dove c’è la maggior parte dei suoi beni e vivono le persone più vicine – e interessate dall’eredità.

Per l’Italia, il nuovo regolamento aiuta a gestire questo tipo di situazioni, soprattutto quando si tratta – caso non insolito – della scomparsa di una persona straniera (non cittadina italiana) a lungo e regolarmente residente nella nostra nazione, per cui si applicherà la legge italiana.

Al contrario, se si trattasse di italiani residenti all’estero (in maniera abituale), al momento della scomparsa si applicherebbe la legge dello stato estero di residenza. Qui entra in gioco un altro aspetto del regolamento: l’opportunità di fare una «espressa scelta di legge» che permette l’applicazione della legge italiana.

Infatti, è sempre possibile scegliere in anticipo l’applicazione della legge della nazione di origine, oppure dello stato di residenza al momento della scomparsa. O ancora, chi ha più di una cittadinanza può indicare a quale legge nazionale affidare la propria successione.

Il regolamento introduce anche il certificato successorio europeo, il quale serve a far valere in un altro stato membro dell’Unione europea i diritti degli eredi e dei legatari (e il loro ruolo di esecutori o amministratori testamentari), evitando complicazioni e percossi troppo complessi.

Il regolamento si applicherà a tutte le successioni che si sono aperte a partire dal 17 agosto 2015.

Come può aiutarti L’Altro Testamento?

L’Altro Testamento si impegna a rendere il più semplice e fruibile la successione testamentaria fra nazioni diverse, rendendo l’operazione accessibile a chi magari trova difficoltà a destreggiarsi fra le varie legislazioni in vigore.

Nel caso della redazione di un testamento “complesso” in quanto coinvolte più persone, nazioni, beni economici di entità significativa, ci si può rivolgere a professionisti di propria fiducia oppure ad www.fdfiduciariadigitale.it, che potrà offrirvi servizi di assistenza legale, fiscale, successoria e non solo, fino alla funzione di esecutore testamentario.

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